Reperti archeologici

I reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Granarolo dell’Emilia testimoniano la presenza di insediamenti fin dalla preistoria. 160 i siti finora mappati, parte del materiale ritrovato è conservato nel deposito archeologico comunale.
Il territorio di Granarolo dell’Emilia restituisce, da oltre due secoli, reperti archeologici in grado di testimoniare la presenza continua di genti stabilmente insediate fin dai tempi della preistoria.

Probabilmente gran parte dell’area beneficiava del fatto di trovarsi sopra un dosso, formatosi grazie alla presenza di un fiume, ora spostatosi altrove; le conseguenze naturali di ciò sono state principalmente quelle di avere una terra fertile, irrigabile, ed una posizione lievemente eminente che consentì di vivere in abitati protetti da grandi alluvioni.
 
Per quanto ci è noto, a Granarolo le ricerche di superficie, unitamente agli scavi archeologici in corso, hanno consentito di mappare circa 160 siti. Quattro fattori principali determinano la documentazione di siti di epoche diverse: il primo è legato, naturalmente, all’effettiva occupazione in un dato periodo; il secondo riguarda la tipologia edilizia delle strutture, che diventano sempre più durature man mano che ci avviciniamo all’epoca romana; il terzo si lega allo sfruttamento del territorio e alla sua urbanizzazione nel tempo, più o meno fitta, che possono ostacolare la conservazione dei siti; ed il quarto nasce dalla possibilità di eseguire scavi archeologici. Abbiamo censito, per ora, una decina di siti, tra preistorici e protostorici, comprese alcune terramare. Si tratta di grandi insediamenti dell’età del bronzo (XVII-XII sec. a.C.), con superficie qui sino a 90.000 mq, di forma quadrangolare, recintati da terrapieni e fossati, noti soprattutto in Emilia centrale [fig. terramara]. Da questi villaggi provengono attrezzi da lavoro in osso, in bronzo, assieme a piatti, scodelle, bicchieri, sino a figurine antropomorfe e zoomorfe in terracotta. In questo periodo si assiste già ad ampie opere di bonifica e disboscamento utili ad aumentare la superficie agricola; e chiari segnali dell’esistenza di una comunità organizzata e dotata di capacità progettuale e operativa articolate.

Molto interessante anche il panorama insediativo di epoca villanoviana (IX-VI sec. a.C.), per ora testimoniato quasi esclusivamente ad est dell’asse stradale di via san Donato. Assieme ai resti di insediamenti costituiti da capanne, pozzi e strutture artigianali, sono stati trovati anche alcuni dei nuclei sepolcrali che li accompagnavano. Da questi ultimi apprendiamo le usanze funerarie dell’epoca consistenti nel cremare i resti dei propri cari, deporli in urne di forma biconica, a volte decorate ad impressioni, accompagnandole con vasellame, strumenti di lavoro, come ad esempio fusaiole legate alla tessitura, e di ornamento, come fibule e bracciali in bronzo, posti all’interno di casse lignee deposte sotto terra. Talvolta il vasellame si ritrova anche sopra la sepoltura, come resto delle celebrazioni antiche legate alle commemorazioni.
 
Ma è sicuramente l’epoca romana quella più testimoniata, grazie anche alla sistematica operazione di suddivisione e controllo del territorio (centuriazione, link) che portò ad una occupazione capillare. I romani occuparono gradualmente un ambiente già fortemente deforestato e lo colonizzarono ancora più intensamente. Troviamo perciò a Granarolo più di cento siti di epoca romana, indiziati dalla presenza di canalette di irrigazione, di resti di contenitori per derrate alimentari, come anfore e dolii, o di vasellame per i pasti e per cucinare. A tale periodo appartengono anche le numerose ville che punteggiano le singole centurie, dalle quali provengono, oltre ai materiali citati, anche diverse tipologie di pavimenti quali esagonette di terracotta, mattonelle montate a forma di spina di pesce (opus spicatum), sino a tessere di mosaico che dovevano ornare le sale da ricevimento e i triclini delle domus. Si tratta di strutture abitative e lavorative a cui fanno capo appezzamenti di terra medio-piccoli, mentre non si registra la presenza di grandi latifondi. 

Vanno poi ricordati anche bronzetti antropomorfi riferibili alla sfera del sacro oltre che ad ornamenti di mobili e vasellame di pregio. Numerosissimi anche i ritrovamenti monetali, che documentano più di mille anni di frequentazione del territorio, a partire dal III secolo a.C., ai tempi di Roma repubblicana, ma con significative concentrazioni da inizio dell’Impero romano (I sec. a.C.).

In età medievale, infine, si dispone di documentazione relativa a nuclei abitativi disposti principalmente nella fascia centrale est-ovest del territorio comunale, oltre che nella zona di Lovoleto.
 
È importante ricordare che questo patrimonio di storia, fragile perché spesso stravolto dagli interventi edilizi e talvolta dalle stesse coltivazioni, dev’essere conservato perché tutti lo possano conoscere e tramandare ai posteri, e, pertanto, va protetto e curato. Dal 2020, infatti, grazie alla sinergia tra la Soprintendenza ed il Comune, è stato creato un deposito archeologico destinato a contenere parte di questo materiale, da studiare e da esporre, una volta restaurato. Al momento esso raccoglie più di 200 cassette di materiali, ma va arricchendosi di giorno in giorno.

Nota: È bene ricordare che, in base all’art.88 del Codice dei beni culturali le ricerche archeologiche sono riservate allo Stato, e che l’art.90 stabilisce che chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili archeologiche ne fa denuncia entro ventiquattro ore al Soprintendente o al Sindaco ovvero all'autorità di pubblica sicurezza e provvede alla conservazione temporanea di esse, lasciandole nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute. Ove si tratti di cose mobili delle quali non si possa altrimenti assicurare la custodia, lo scopritore ha facoltà di rimuoverle per meglio garantirne la sicurezza e la conservazione sino alla visita dell'autorità competente e, ove occorra, di chiedere l'ausilio della forza pubblica.


Allegati

Posizione e contatti

Nome Descrizione
Indirizzo via San Donato 74 - Granarolo
Modalità di accesso
Sito accessibile all'esterno senza barriere

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